L'antibiotico-resistenza in ambito veterinario a essi sono diventati, negli ultimi anni, oggetto di grande preoccupazione.Che cosa c’è in gioco? Gli antibiotici sono stati scoperti nel XX secolo e hanno contribuito di più all’aumento dell’aspettativa di vita rispetto a qualsiasi altro trattamento medico. Essi restano oggi di vitale importanza e sono insostituibili in presenza di malattie infettive sia nell’uomo sia negli animali. Tuttavia, l’emergenza della resistenza agli antibiotici è motivo di preoccupazione, ed è sempre più raro che vengano scoperte nuove molecole. Alcuni medici temono che alla fine del XXI secolo possa non esservi più alcun antibiotico efficace. Uomini e animali vivono a stretto contatto e hanno gli stessi germi, che possono trasmettersi a vicenda, compresi quelli che contengono geni resistenti. È quindi attuando le migliori pratiche cliniche da parte di medici e veterinari e unendo queste due forme di medicina secondo il concetto di "One Health" (Una Unica Sanità) che si può contenere lo sviluppo della resistenza e preservare così l’efficacia degli antibiotici. Il primo passo è utilizzare gli antibiotici il meno possibile e solo se strettamente necessario per curare gli animali – e gli uomini – che presentano infezioni. Gli antibiotici devono quindi essere riservati esclusivamente al trattamento degli animali infetti e dopo una diagnosi precisa da parte del veterinario. Proibire l’uso degli antibiotici in medicina veterinaria sarebbe dannoso per la salute sia degli animali sia dell’uomo, dal momento che il 60% delle malattie infettive nell’uomo ha un serbatoio animale. Il veterinario ha quindi un ruolo essenziale nel processo decisionale, in quanto deve porre la diagnosi corretta, scegliere l’antibiotico migliore da prescrivere al paziente giusto, al momento giusto e solo per gli animali infetti.
È lungo questa strada, tutt’altro che semplice, verso una prescrizione razionale che Ceva vuole accompagnare i veterinari con questa guida all’uso degli antimicrobici (Guida all’uso Razionale degli AntiMicrobici GRAM) per gli animali da compagnia. Nel 2015, Ceva ha riunito un gruppo multidisciplinare composto da dieci esperti provenienti da sette Paesi europei allo scopo di riflettere, in totale indipendenza, sul modo più razionale possibile di prescrivere gli antibiotici nella medicina e chirurgia canina e felina. Le discussioni tra microbiologi, farmacologi, dermatologi, specialisti di medicina interna e chirurghi sono state spesso accese. Alla fine il gruppo di esperti ha prodotto 37 schede informative che forniscono una guida sulle migliori prassi cliniche e che propongono un approccio terapeutico razionale per ciascuna malattia diagnosticata, compreso l’uso di antibiotici di prima e di seconda linea, evitando, in tutti i casi in cui sia possibile, le molecole di importanza cruciale. Queste 37 schede sono accompagnate da 29 raccomandazioni pratiche e precise. Infine, 6 articoli nella parte Sinossi descrivono alcune basi di microbiologia, di farmacologia e dei fenomeni di resistenza. Questa guida fornirà ai medici risposte precise e ben documentate alle loro domande. Offre un utile complemento alle normative applicabili, senza chiaramente sostituirle.
Desideriamo ringraziare i dieci esperti che hanno messo tutta la loro professionalità e il loro impegno in questo lavoro: Hervé Brissot, Salvador Cervantes, Luca Guardabassi, Angie Hibbert, Hervé Lefebvre, Ana Mateus, Chiara Noli, Tim Nuttall, Constança Pomba e Bianka Schulz. L’entusiasmo e la partecipazione ai meeting dell’International Cat Care, della Federazione delle Associazioni Europee dei Veterinari di Animali da Compagnia (FECAVA) e della Bella Moss Foundation hanno inoltre fornito un prezioso supporto, oltre a testimoniare l’importanza di questo impegno. Infine, non sarebbe stato possibile realizzare questo volume senza Karin de Lange and Eric Vandaële, che hanno coordinato il lavoro con la massima efficienza. Ceva ha un ruolo di responsabilità nella sanità pubblica e se abbiamo prodotto questa guida è per garantire che gli antibiotici continuino a salvare vite anche in futuro.